La stampa a caldo è una tecnica di stampa per il trasferimento di grafismi su supporti di varia natura. Il processo di stampa è definito rilievografico, perché la “forma di stampa” (cliché) è in rilievo.

In legatoria, il processo di stampa a caldo viene utilizzato per imprimere, sulle copertine già confezionate del libro cartonato, testi, marchi e disegni al tratto.

Una matrice a rilievo, per effetto di una pressione adeguata, determina un’imbutitura della copertina, che già da sola consente di differenziare grafismi e contrografismi. L’utilizzo di un nastro su cui è applicato un pigmento colorato tra la forma di stampa e il supporto da imprimere e il riscaldamento del cliché consentono il trasferimento del colore sulla copertina.

Forma di stampa o cliché

La forma di stampa o cliché (fig. 1) viene realizzata con la tecnica della fotoincisione o utilizzando frese a controllo numerico. La differenza delle due tecniche di lavorazione è soprattutto qualitativa, in quanto nel primo processo i grafismi avranno spalle con un angolo di circa 30°, mentre con le frese si può realizzare una spalla con angolo di circa 16°; l’angolo della spalla ridotto consente un risultato di stampa sulle copertine più netto, con un minore allargamento dei grafismi. In tutti i casi il disegno al tratto da stampare va realizzato considerando l’inevitabile ingrossamento dei tratti, che si produce per effetto della pressione che imbutisce il cartone.

I materiali con i quali vengono fabbricati i cliché possono essere vari, i più comuni sono: ottonelega di magnesio e zinco.

Foil o Lamina transfert

Il materiale stampante, detto anche “oro” o “pastello”, si presenta nella forma di film in rotoli.

Il film è un prodotto multistrato così composto (fig 2):

  •  supporto base in poliestere, composto da metaftalato di politene particolarmente resistente e soprattutto con elevata stabilità dimensionale; lo spessore è di circa 12 micron;
  • sottile strato di materiale distaccante (cera), che rinviene sotto l’azione del calore;
  • strato di colore, lacca o vernice;
  • eventuale metallizzazione ottenuta mediante trasferimento di alluminio sublimato sotto vuoto che conferisce al colore giallo l’effetto dell’oro;
  • strato di adesivo termofusibile.

Per lavori di elevata qualità e per riproduzioni di volumi in fac-simile è spesso utilizzato oro o argento in sottili lamine (foglie).

Processo di stampa

La stampa si realizza mediante il trasferimento, tramite pressione e calore, del pigmento dal film di supporto al rivestimento della copertina. L’asportazione viene definita anche “tranciatura” perché ottenuta mediante stampo da pressa-trancia (fig. 3).

Il distacco e l’aggrappo del grafismo avviene per l’azione combinata del calore e della pressione esercitata dallo stampo sul materiale stampante a contatto con il supporto di destinazione: per effetto del calore si ottiene la fusione della cera e dell’adesivo termofusibile e per effetto della pressione esercitata attraverso il cliché nelle zone in rilievo (grafismi) si ottiene l’adesione del pigmento sulla superficie da stampare.

Nell’esecuzione della stampa si può intervenire sui seguenti parametri: temperatura, pressione e tempo di contatto, che sono da correlare con le specifiche tecniche del materiale stampante e del supporto ricevente.

La stampa a caldo non aderisce su superfici verniciate U.V..
L’utilizzo del cliché e il solo effetto della pressione e temperatura consente di realizzare cornici e fregi dette stampe a secco o cieche.